La ricostruzione della filosofia by John Dewey

La ricostruzione della filosofia by John Dewey

autore:John Dewey [Dewey, John]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-06-27T00:00:00+00:00


1F. Bacone, The Advancement of Learning (1605). Edited by William Aldis Wright, Oxford: Clarendon Press 1920 5. [N.d.T.].

III.

IL FATTORE SCIENTIFICO DELLA RICOSTRUZIONE DELLA FILOSOFIA

La filosofia prende l’avvio da un modo ampio e profondo di rispondere alle difficoltà che la vita presenta, ma essa si sviluppa solo quando trova a sua disposizione il materiale per rendere questa risposta pratica, consapevole, articolata e comunicabile. I cambiamenti economici, politici e religiosi, a cui si accennava in una conferenza precedente, erano accompagnati da una rivoluzione scientifica di enorme portata, che non lasciava immutato pressoché alcun particolare nella concezione della natura, fisica e umana. In parte questa trasformazione scientifica era prodotta proprio dal cambiamento in senso pratico dell’atteggiamento e del carattere. Ma via via che progrediva, essa dotava quel cambiamento di un vocabolario appropriato, congeniale ai suoi bisogni e articolato. Il progresso della scienza, sia nelle sue più ampie generalizzazioni sia nei più specifici fatti particolari, forniva precisamente quell’attrezzatura intellettuale di idee e di fatti concreti che era necessaria per formulare, provocare, comunicare e propagare la nuova tendenza. Oggi, quindi, ci occuperemo di quelle contrastanti concezioni della struttura e della costituzione della Natura che, quando sono accettate sulla base dell’autorità della scienza (presunta o reale), formano la struttura intellettuale della filosofia.

Sono state selezionate concezioni contrastanti della scienza antica e moderna, in quanto non vedo come possa essere apprezzato l’autentico contributo filosofico della raffigurazione del mondo dipinta dalla scienza moderna, se non in contrasto con la precedente raffigurazione su cui la metafisica classica basava la sua fondazione e la sua ratifica intellettuale. Il mondo in cui una volta i filosofi riponevano la loro fiducia era un mondo chiuso, un mondo consistente all’interno di un numero limitato di forme fisse, e che era delimitato da confini esterni definiti. Il mondo della scienza moderna è un mondo aperto, un mondo che varia indefinitamente nella sua costituzione interna, senza possibilità di limiti designabili, un mondo che si estende al di là di ogni confine esterno definito. E ancora, il mondo in cui persino gli uomini più intelligenti dell’antichità pensavano di vivere era un mondo fisso, un mondo dove i cambiamenti avvenivano solo entro i limiti immutabili della quiete e della permanenza e un mondo dove il fisso e l’immobile, come abbiamo già notato, per qualità e autorità, stavano più in alto del mobile e del mutevole. E in terzo luogo, il mondo che gli uomini una volta vedevano con i loro occhi, ritraevano nella loro immaginazione e replicavano nei loro programmi di condotta, era un mondo di un numero limitato di forme, di classi, di generi, distinti per qualità (come devono essere distinti generi e specie) e disposti in un ordine gerarchico di superiorità e inferiorità.

Non è facile ricordare l’immagine dell’universo che era data per certa nel mondo tradizionale. Malgrado la sua versione poetica (come in Dante), le elaborazioni dialettiche di Aristotele e di S. Tommaso, malgrado il fatto che essa abbia mantenuto le menti umane prigioniere fino agli ultimi trecento anni e che il suo rovesciamento abbia determinato uno sconvolgimento religioso, essa è un’immagine ormai fioca, sbiadita e remota.



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